Un incontro per certi versi storico quello tra Matteo Renzi e Silvio Berlusconi al Nazareno, sede del Partito Democratico. Il tema è scottante, uno di quelli che fa traballare la già asfittica maggioranza di Governo: la legge elettorale. I punti di divergenza tra Forza Italia e Partito Democratico sono tanti ma l'obiettivo del nuovo segretario del Pd è quello di chiudere in fretta il capitolo delle riforme istituzionali per rilanciare, poi, l'azione di Governo sull'agenda economica.
Un faccia a faccia importante che, però, è stato preceduto da forti tensioni, sia per quanto riguarda la tenuta del Governo, sia per quanto accaduto all'arrivo dell'ex Premier. La sede del Pd è stata, infatti, presa di mira da un gruppo di manifestanti che, al grido "non si tratta con i criminali", ha bersagliato con uova l'auto di Berlusconi.
L'obiettivo di Matteo Renzi, però, è quello di trovare un punto d'incontro per chiudere in fretta la questione della riforma elettorale che, dopo la pronuncia del massimo organo giudiziario italiano e dopo la relativa sentenza, pare ormai non procrastinabile. La proposta del Pd è chiara: il modello spagnolo Resta però da verificare come adattarlo al caso italiano. Volendo riproporlo così com'è occorrerebbe un lavoro certosino sulle circoscrizioni in modo da superare il diktat sulle liste bloccate.
Il modello spagnolo, però, non trova consensi e l'incontro tra il leader del Partito Democratico e l'ex Premier non fa che peggiorare le cose. Il faccia a faccia non è andato giù a molti, anche interni allo stesso Pd. Non è piaciuto alle opposizioni, a partire dalla Lega e dal Movimento Cinque Stelle; non è piaciuto a Scelta Civica. Il timore è che un accordo Renzi-Berlusconi possa estromettere le altre forze politiche, di maggioranza o di opposizione che siano.
